A MUST VISIT FOR EVERY MOVIE-LOVER: The Eye Filmmuseum, Amsterdam

“The Eye Filmmuseum” è uno dei musei più interessanti che abbia mai visitato. Incuriosita dal nome, che include due delle mie più grandi ossessioni (gli occhi ed il cinema), mi sono immediatamente diretta a nord di Amsterdam per visitarlo.

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Per cominciare, per accedervi è necessario prendere un traghetto dalla stazione centrale per attraversare il canale. E’ gratis, la traversata dura solo cinque minuti e puoi portare dentro la bici. Occhio quando esci dal traghetto perché i cittadini di Amsterdam potrebbero augurarti il peggio se, quando il traghetto approda, loro schizzano via pedalando e tu non sei sulla fila dei pedoni. Per i lettori olandesi potrebbe non essere una novità, ma per i turisti è buono a sapersi, io vi ho avvisato.

Consigli a parte, il museo è diviso in due parti, una storica e l’altra dedicata al cinema sperimentale. La parte storica ti fa letteralmente immergere negli illusori, psicadelici movimenti dei più svariati arnesi che producevano i primi video. Oltre all’esposizione delle cineprese d’epoca, ciò che ha catturato la mia attenzione è stata una stanza scura dalle mura interamente digitali, divisa in zone-postazioni. Quando muovi il perno di una delle postazioni, tutte le immagini lungo il perimetro della stanza prendono vita: avviene il miracolo del cinema, e tu hai l’onore di muoverlo.

La parte sperimentale è quella che ha decisamente rubato il mio cuore: costruita come un labirinto di sale cinematografiche, ti fa perdere in una dimensione dello spazio, del tempo e dello sguardo che pensavi non esistesse. I film sono lenti, quasi statici, astratti e futuristici. Sembrano concetti più che video. Sono proiettati su muri  per lo più scuri, di dimensioni e forme alle quali non siamo abituati e con prospettive che penetrano nella tua mente e sconfinano nel tuo inconscio.

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Un esempio è l’immagine che ho allegato qui sopra. Il film mostra una donna che mangia una pannocchia non con l’aiuto delle sue braccia, bensì con quello di un macchinario futurista. Idea semplice, ma astratta. Ciò che colpisce è, più che il soggetto, la frammentazione dello spazio sul quale è proiettato. La reinvenzione dello spazio e dello sguardo. In definitiva, lo sconfinamento in un’altra realtà.

Il museo è dotato anche di un meraviglioso bar-ristorante con una gigantesca vetrata che affaccia sul canale che porta al centro di Amsterdam. Un’esperienza spaziale-sensoriale sotto ogni punto di vista.

Sons of Anarchy, vieni a volare col nero

Amore che scaturisce dal peccato. La serie televisiva statunitense narra le vicende di un club di motociclisti chiamato Sons of Anarchy ed è ambientata nella città immaginaria di Charming, California. Fondato da John Teller, fantasma che continua a vivere nel figlio Jax, il club nasce per l’amore in comune per le harley, la fratellanza e affari inizialmente leciti. L’avidità e la fame di potere che divorano lentamente la carne fresca dei loro cuori li portano ad intraprendere affari illegali, quali il traffico di armi e il trasporto di droga. Alla morte del fondatore, la presidenza passa al personaggio più combattuto, che più ha oscillato tra l’amore estremo ed il peccato abissale, Clay Monroe, patrigno di Jax.

Ecco, è proprio con questa dicotomia che la serie ci inietta nelle vene la sua verità sull’umanità, è qui che risiede la sua bellezza. L’essere umano viene denudato da ogni coerenza e mostrato quale è, imperfetta e amorevole contraddizione. Inizialmente Jax, sulla scia del padre, cerca di opporsi alla violenza, ma gli scontri tra gang lo portano sempre di più a sporcarsi le mani e l’anima di sangue. “E così, all’improvviso, non sei più sulla strada. Ci sei dentro… Sei parte di lei. Traffico, paesaggio, polizia, tutte figurine di cartone che si sfaldano al tuo passaggio”. L’odio, come un uccello nero sul davanzale della tua finestra, ti guarda dritto negli occhi leggendo i tuoi peccati e l’unica redenzione possibile è bruciare ancora più ardentemente. La famiglia e la fratellanza sono le uniche cose a cui aggrapparsi e che spesso, bruciano con te.

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La serie tv di casa FX, ideata da Kurt Sutter, è una delle più sottovalutate di sempre dalla critica ufficiale (giurie di Emmy e Golden Globe) ma i personaggi, così carnali, bizzarri, crudi, fraterni, marchiano irrimediabilmente di nostalgia i cuori di chi li ha visti evolvere, cadere e morire: Opie, il ragazzo perduto che sposa una pornostar dopo la morte della donna che amava; Tig, affetto da pediofobia (paura delle bambole) e i cui occhi caleidoscopici si accendono di perversione alla vista di un transessuale; Gemma, madre di Jax e del club, la cui vocazione è proteggere la sua famiglia, non importa a quale costo. Una cicatrice profonda calca il suo seno, sede dei segreti più oscuri.

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Perciò, appassionati di serie tv e di eroi caduti, non potete perderla!