Viaggi

A MUST FISIT FOR EVERY MOVIE LOVER: THE EYE FILMMUSEUM, AMSTERDAM

“The Eye Filmmuseum” è uno dei musei più interessanti che abbia mai visitato. Incuriosita dal nome, che include due delle mie più grandi ossessioni (gli occhi ed il cinema), mi sono immediatamente diretta a nord di Amsterdam per visitarlo.

26552751_10208143556387089_480437982_n

Per cominciare, per accedervi è necessario prendere un traghetto dalla stazione centrale per attraversare il canale. E’ gratis, la traversata dura solo cinque minuti e puoi portare dentro la bici. Occhio quando esci dal traghetto perché i cittadini di Amsterdam potrebbero augurarti il peggio se, quando il traghetto approda, loro schizzano via pedalando e tu non sei sulla fila dei pedoni. Per i lettori olandesi potrebbe non essere una novità, ma per i turisti è buono a sapersi, io vi ho avvisato.

Consigli a parte, il museo è diviso in due parti, una storica e l’altra dedicata al cinema sperimentale. La parte storica ti fa letteralmente immergere negli illusori, psicadelici movimenti dei più svariati arnesi che producevano i primi video. Oltre all’esposizione delle cineprese d’epoca, ciò che ha catturato la mia attenzione è stata una stanza scura dalle mura interamente digitali, divisa in zone-postazioni. Quando muovi il perno di una delle postazioni, tutte le immagini lungo il perimetro della stanza prendono vita: avviene il miracolo del cinema, e tu hai l’onore di muoverlo.

La parte sperimentale è quella che ha decisamente rubato il mio cuore: costruita come un labirinto di sale cinematografiche, ti fa perdere in una dimensione dello spazio, del tempo e dello sguardo che pensavi non esistesse. I film sono lenti, quasi statici, astratti e futuristici. Sembrano concetti più che video. Sono proiettati su muri  per lo più scuri, di dimensioni e forme alle quali non siamo abituati e con prospettive che penetrano nella tua mente e sconfinano nel tuo inconscio.

image

Un esempio è l’immagine che ho allegato qui sopra. Il film mostra una donna che mangia una pannocchia non con l’aiuto delle sue braccia, bensì con quello di un macchinario futurista. Idea semplice, ma astratta. Ciò che colpisce è, più che il soggetto, la frammentazione dello spazio sul quale è proiettato. La reinvenzione dello spazio e dello sguardo. In definitiva, lo sconfinamento in un’altra realtà.

Il museo è dotato anche di un meraviglioso bar-ristorante con una gigantesca vetrata che affaccia sul canale che porta al centro di Amsterdam. Un’esperienza spaziale-sensoriale sotto ogni punto di vista.